L’argento non basta
Quando la sera stacco o meglio allontano quel tanto che basta la testa dal mio lavoro e me ne torno a casa, a volte sono soddisfatto a volte un po’ meno, credo sia normale.
Però ci sono giorni in cui le cose non vanno cosi. Ci sono giorni dove torno casa veramente carico di endorfine a mille, ed è proprio in momenti come questo che mi rendo conto di quanto sia appagante fare il mio mestiere, il sistemista.
A volte ci chiamano geni, smanettoni, maghi, hacker, magari senza neanche conoscere bene il significato di quei termini. Per quanto mi riguarda a questi appellativi rispondo con un sorriso. La soddisfazione più grande non sono i titoli, ma un semplice “GRAZIE”.
Quando ci troviamo di fronte ad un problema inizia la preparazione, la nostra testa è concentrata solo a trovare la soluzione. Si inizia in frazioni di secondo a scremare, a far luce, a scavare, ad aggiustare il tiro, dobbiamo avvicinarci al problema… ed ecco una volta vicini… beh li inizia il bello.
Ci sono casi semplici altri più difficili, altri sembrano addirittura impossibili, ma poi scatta qualcosa dentro, qualcosa che ti fa ricordare che ti sei già trovato di fronte all’impossibilità, ma ne sei uscito, questo ti dà speranza. Subito non ci credi, stavolta è diverso, continui a cercare la soluzione, oltretutto solitamente non sei solo tu con il problema da risolvere: devi gestire lo stress generale causato da uno stop tecnico, vorresti chiedere aiuto ma non sapresti a chi, o peggio ancora magari lo sapresti, ma devi analizzare se il tempo impiegato per aprire un caso e ricevere una risposta, che poi magari non è neppure risolutiva, sia accettabile. Questo è l’abisso in cui si trova un sistemista, possiamo avere tutti gli appellativi detti prima, ma in quel momento siamo solo noi di fronte al problema.
Aspetta, dopo vari tentativi mi avvicino un po’ di più, forse ci siamo ma non lo dico, c’è Murphy, sussulto al cuore, piccola scarica di endorfina, niente non ci siamo ancora, ma ci sono vicino, no forse no.
Si annebbiano i pensieri, è difficile non far trapelare preoccupazione e impotenza, ma un momento: sono qui per risolvere il problema, i neuroni si riallineano, scattata l’intuizione, applico e funziona, si FUNZIONA CI SIAMO, VA’!
Ecco che arriva la ricompensa, quella scarica di endorfina pazzesca, la stessa che prova lo sportivo nel mettersi al collo la medaglia d’oro, è un orgasmo intellettuale.
In quel momento ci sentiamo eroi, nel nostro piccolo lo siamo perchè abbiamo vinto anche oggi, forse lo siamo anche agli occhi di chi ci sta intorno, ma nonostante i complimenti o i rari “grazie”, sappiamo benissimo che il ricordo di questo successo sarà molto breve.
Ecco dopo queste giornate, non sei solo soddisfatto, sei innamorato del tuo lavoro, sei in pace con te stesso. Lo sei perchè, magari grazie alla tua intuizione, alla tua esperienza, al tuo “non arrendersi mai” molte persone, forse un’intera realtà hanno potuto continuare il loro lavoro senza disagi, senza interruzioni e questo ti gratifica, questo di accende, ti fa sentire per un po’ invincibile, sei un sistemista!
Oggi è andata, ma domani “reset” si deve vincere un’altra medaglia d’oro, l’argento non basta.
Denis Vencato